Dom
Massimo Lapponi O.S.B., San Benedetto e
la vita familiare. Una lettura originale della Regola benedettina, Libreria
Editrice Fiorentina, Firenze 2009, 132 pp., 7 euro [ordini tramite il sito
della casa editrice: www.lef.firenze.it]
[Scritta millecinquecento anni fa per
l’organizzazione dei monasteri, la Regola
di san Benedetto conserva una stupefacente attualità, anche per la vita in
famiglia. Lavoro, riposo, pasti, abbigliamento: sono numerose le applicazioni
concrete. Preghiera, dialogo, lettura, studio, attività manuali e artistiche: i
suoi consigli possono aiutare a «dare nuova vita e nuova speranza alla comunità familiare», come scrive nella prefazione – che trascriviamo qui al termine – S.Em.
il card. Franc Rodé C.M., all’epoca della pubblicazione del
libro Prefetto della
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica. Nel momento in cui la famiglia è attaccata da ogni parte, questo
libro originale ma di agevole lettura, ricco di suggestioni pratiche e di
proposte educative, propone un autentico modello alternativo, una serie d’importanti
scelte di stile di vita, suddivise per capitoli tematici che consentono di
rileggere con originalità la Regola
benedettina, riscoprendo l’intramontabilità dell’opera stessa, fonte di sempre
feconde riflessioni. Il volume è arricchito dalla corrispondenza dell’autore –
nato nel 1950, monaco dell’abbazia benedettina Santa Maria di Farfa – con
alcune religiose benedettine e una giovane congiunta, insieme ad altri
documenti e riflessioni. Un interessante contributo che esce dal coro delle
polemiche, nel momento in cui il mondo religioso e politico s’interrogano sul
valore della famiglia e si trovano al bivio di scelte importanti. Il saggio,
quasi un manuale, afferma la necessità di creare ambienti sociali regolati nel
quotidiano da costumi condivisi da tutti, ispirati alla saggezza umana e
cristiana, con particolare attenzione per la famiglia, l’ambiente sociale
fondamentale per la vita e per la Chiesa, che è esposta a continua degradazione.]
Vi sono opere intramontabili, che ancora a distanza di molti secoli si
rivelano feconde di nuove ispirazioni per la vita dell’uomo, non ancora
esplorate dalle generazioni precedenti. Indubbiamente tra queste opere va
annoverata la Regola di san Benedetto. Scritta millecinquecento anni fa, frutto
di un ripensamento originale della precedente tradizione monastica orientale e
occidentale e dell’esperienza di una vita interamente dedita al servizio di
Dio, nella sua apparente semplicità essa nasconde tesori di profonda sapienza
umana e spirituale.
L’opera di Benedetto era rivolta ai monaci, e sembrerebbe che l’autore
non avesse nulla da spartire con la vita secolare, e in particolare con la vita
familiare. L’autore del volume che presentiamo ci dimostra il contrario:
vissuto in un’epoca tragica di guerre, carestie, pestilenze, invasioni e
dissoluzione civile e morale, Benedetto volle insegnare agli italiani del suo
tempo come si possa vivere insieme nella pace, nell’armonia, nel rispetto
reciproco e nella cristiana carità. Per questo i monasteri benedettini non
furono soltanto oasi di spiritualità, ma anche modelli fecondi di civiltà e di
vita associata per le generazioni a venire. I metodi razionalisti della critica
storica non potranno mai misurare l’influsso incalcolabile che l’esempio della
vita benedettina ebbe sulla vita sociale e sulle comunità familiari dei secoli
passati.
Tutto questo oggi facilmente si dimentica. Ma proprio l’attuale
esperienza della dissoluzione della vita familiare, alla quale sembra che non
si sia trovato ancora un efficace rimedio, ci può far riscoprire in una luce
nuova l’intramontabile insegnamento di san Benedetto sulla vita in comune. L’autore
di questo volume, che ha tra l’altro il pregio della brevità ma che sa dire
molto in poche pagine, ci permette di toccare con mano quanto sia attuale la
saggezza benedettina non solo per guidare le comunità religiose, ma anche per
dare nuova vita e nuova speranza alla comunità familiare. Non saranno infatti
le conferenze e le discussioni di gruppo, e neanche le riforme legislative –
per quanto auspicabili esse possano essere – a salvare l’istituzione familiare,
ma soltanto il diffondersi di un modello vissuto di vita associata alternativo
a quello ormai purtroppo dovunque imperante. “E a me sembra di poter affermare”
scrive il nostro autore “che esiste un solo modello che oggi possa
efficacemente essere proposto alle famiglie: il modello benedettino quale
emerge dalla Regola e dalla tradizione”.
Ha ragione?
Lasciamo al lettore la risposta. Noi ci limitiamo a raccomandare vivamente a
tutte le famiglie, cristiane o laiche, la lettura di queste dense pagine, in
ogni caso scritte con non comune passione e perciò tanto più stimolanti e
provocatorie.