mercoledì 18 marzo 2020

Rendimento di grazie per i quarant’anni di un monastero benedettino

Estate 2017: S.Em. card. Robert Sarah in visita alle monache del Barroux.
Cari amici,
Lo scorso 30 ottobre, in occasione della Messa solenne d’azione di grazie che celebrava per i quarant’anni della nostra comunità, il nostro Padre Abate Dom Louis-Marie ha pronunciato una memorabile omelia, evocando meravigliosamente i doni ricevuti nella nostra culla, nel 1979. Mi pare che il richiamo di tali misericordie divine possa costituire per ciascuno una rassicurazione, quasi una risposta all’angoscia attuale della Chiesa.
“Quarant’anni fa, proprio in questo giorno, la vostra comunità era in una piccola culla. Una piccolissima comunità appena nata: una monaca e quattro postulanti. Una comunità fragile, fragile come un bambino che non saprebbe vivere senza le cure paterne e materne. Fragile, certo, ma già forte, perché la forza di una comunità cristiana non viene anzitutto da ciò che può fare, ma da ciò che il Signore fa e dona”.
A fianco della nostra fondatrice, Madre Élisabeth, Dio ci ha dato un fondatore, Dom Gérard. “È cosa buona ricordare oggi i tre pilastri che Dom Gérard ci ha voluto trasmettere in un contesto ecclesiale rivoluzionario. Questi tre pilastri sono: una filosofia realista, tomista; le osservanze monastiche fedeli ai ‘nostri fondatori’, il Padre Muard, Dom Romain Banquet e Madre Marie Cronier; e la santa liturgia tradizionale. Mediante questa eredità, Dom Gérard cantava la gloria di Dio, che si manifesta nel mistero della realtà dell’essere, nella santità della virtù e nel carattere eminentemente sacro del rito antico”.
Questi pilastri non sono dei reperti di museo. Verità, osservanze monastiche e santa liturgia abbeverano le nostre anime come una fonte d’acqua viva. Esservi fedeli non esclude gli adattamenti, necessari per salvaguardare lo spirito di san Benedetto in un mondo che cambia. “Ma Dom Gérard usava con parsimonia questi adattamenti, per una ragione che l’ideologia libertaria ha dimenticato o rigetta con orgoglio: vero è che la natura umana non cambia, non cambierà mai. Si sente dire spesso, come un ritornello: ‘Ah, la gioventù è così, oppure è così, e non può obbedire come prima; occorre adattarsi alla gioventù’. È vero che se la barbarie ha fatto – e fa ancora – delle devastazioni nelle anime, se il peccato le ferisce, ciò non costituisce una novità. I salmi lo gridano. Ma nella loro natura, le anime non cambiano. E gli strumenti sacri per andare a Dio, per seguire Cristo nella gloria di Dio, non cambiano”.
Dom Gérard ci ha trasmesso la sua forte devozione per gli angeli custodi. Così ha proseguito Dom Louis-Marie: “Gli angeli erano là. È una Messa dei santi angeli custodi che fu celebrata quarant’anni fa, esattamente la medesima di oggi. Oggi forse con un po’ più di dispiegamento del sacro… Gli angeli erano là, inclinati sulla culla della vostra comunità e – come a Natale – cantavano la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Gli angeli non soltanto cantano, essi custodiscono e proteggono! “Proteggono, sì. Questa piccola comunità aveva bisogno di essere protetta, e adesso che è diventata più grande – a 40 anni si può dire di essere grandi! –, ebbene, questa comunità ne ha sempre bisogno. Nel 1986 Dom Gérard aveva pronunciato solennemente un atto di consacrazione alla Vergine, vostra santa patrona, supplicandola di proteggere i nostri monasteri: che l’eresia e lo spirito scismatico si frantumassero contro le mura della clausura. È una preghiera sempre attuale, oh quanto attuale, e noi supplichiamo gli angeli di custodirci, di proteggerci”.
Dom Louis-Marie ha evocato soprattutto la presenza di Nostro Signore Gesù Cristo nella culla della fondazione. “Lui che è così lontano, il più lontano mai raggiunto da qualsiasi essere creato. Lui che con il Padre e lo Spirito Santo è un solo Dio infinitamente felice, lui che non ha bisogno di nulla. Eppure, lui che è così vicino: Interior intimo meo (‘più dentro in me della mia parte più interna’: sant’Agostino, Confessioni, III, VI, 11). Lui che si è fatto uomo e che dona la sua carne e il suo sangue in cibo perché viviamo di lui. […] Egli è la testa del corpo della vostra comunità, l’autentico Sposo, più vero di qualunque altro sposo sulla terra. È l’autentico Sposo di ciascuna fra di voi e della vostra comunità nella sua bella unità. E dona la vita. Dona la vita come nessun altro la può donare”.
Così concludeva il nostro Padre Abate: “Che la Vergine Maria, che è la santa patrona di questa comunità, che è regina di questa comunità, che è madre – ancor più madre che regina –, possa accompagnarvi affinché siate veramente fedeli alla vocazione che avete ricevuto… nella vostra culla”.
Dopo le celebrazioni festive, cari amici, ecco giunto il tempo favorevole della Quaresima. Stringiamo forti le armi della preghiera e della penitenza, operiamo con gioia per la nostra Madre la santa Chiesa, cui dobbiamo tanto. Santa Quaresima!

[Madre Placide Devillers O.S.B., Abbadessa di Notre-Dame de l’Annonciation, Le Barroux, La Font de Pertus. Lettre des moniales, n. 114, 26 febbraio 2020, pp. 1-3, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]

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