Ecco una scena alla quale si può assistere di tanto in tanto nella penombra di un corridoio del monastero: nel più grande silenzio, due monaci s’inginocchiano l’uno di fronte all’altro sulla soglia dell’ingresso di una cella, si scambiano un caloroso abbraccio fraterno, poi ripartono ciascuno dalla propria parte, con il sorriso sulle labbra e il cuore leggero. Cosa significa questa scena insolita?
Molto semplicemente, i due fratelli hanno messo in pratica questa massima della Regola: “nell’eventualità di un contrasto con un fratello, stabilire la pace prima del tramonto del sole” (RB IV,73). San Benedetto è lucido: ogni vita di famiglia comporta il suo carico di tensioni, di dispute o di discordie. È inevitabile. Ma, in fondo, non è veramente questo il punto. Tutto il problema è di sapere cosa ne facciamo di tali accadimenti. Siamo capaci di scorgervi altrettante occasioni di perdono da chiedere o da offrire? In caso affermativo, allora la carità è salva e può addirittura uscirne fortificata. Immaginate quale clima regnerebbe nella vostra coppia, nella vostra famiglia, se decideste tutti di praticare questa massima della Regola!
Tuttavia, come pervenirvi? Per san Benedetto, il mezzo è evidente: la recita in comune e in verità della preghiera del Padre Nostro. Perché così, “per le offese alla carità fraterna che avvengono di solito nella vita comune, i presenti possano purificarsi da queste colpe, grazie all’impegno preso con la stessa preghiera nella quale dicono: ‘Rimetti a noi, come anche noi rimettiamo’” (RB XIII,12-13). Immaginate una famiglia nella quale ogni sera si reciti un Padre Nostro, al termine del quale ciascuno si perdoni gli eventuali litigi della giornata! “Un sogno”, dite? Ebbene, mi sembra che la Quaresima sia il momento idoneo per trasformare questo sogno in realtà! Siatene certi, come per molte circostanze, sono solo i primi passi che costano, e vi assicuro che troverete così più gioia e pace che in ogni altra penitenza!
La prossima volta, P come pazienza.
[Fr. Ambroise O.S.B., “Saint-Benoît pour tous...”, La lettre aux amis, del Monastero Sainte-Marie de la Garde, n. 34, 9 marzo 2020, p. 4, trad. it. di fr. Romualdo Obl.S.B.]