giovedì 22 ottobre 2020

La nozione di bello e il suo incontro con la liturgia

[In realtà, il problema fondamentale è altrove. Esso riguarda la nozione di bello e del suo incontro con la liturgia. Per il Padre Abate (Dom Jean Pateau O.S.B., Abate di Fontgombault),] “questo problema è capitale. Onde rispondere, sarebbe anzitutto necessario definire i termini. Vi è che è molto difficile definire la liturgia, poiché essa è una realtà viva. Non si definisce la vita. Possiamo solo cercare di descriverla. La santa liturgia – in maniera eminente nell’eucarestia – rende presente in ogni momento della storia il mistero pasquale di Cristo, la sua morte e la sua resurrezione, il sacrificio che ci riscatta e ci vivifica. L’autentico soggetto della liturgia, l’unico sommo sacerdote, è lo stesso Cristo. Noi non siamo che i suoi servitori, i suoi ministri, e allo stesso tempo Cristo fa di noi i suoi amici, perché ci fa partecipare alla sua vita. La liturgia è il sentiero che dobbiamo intraprendere per andare verso Dio, mediante Cristo. Il fine della nostra vita cristiana è l’unione con Dio, e questa unione si ottiene per mezzo della preghiera e la conformità alla volontà divina. Perciò la liturgia è il sentiero per eccellenza, in quanto è la preghiera della Chiesa e il luogo in cui siamo certi d’incontrare Dio e di fare la sua volontà, lodandolo, ringraziandolo e adorandolo, offrendogli un culto ‘in spirito e verità’. Dunque, è un sentiero, ma quaggiù noi ci dirigiamo all’intelligibile, allo spirituale, attraverso il sensibile. Abbiamo bisogno dei segni e dei simboli esteriori, materiali, per introdurci alle realtà spirituali”.

[Dom Jean Pateau O.S.B., cit. in Nicolas Diat, Le grand bonheur. Vie des moines, Fayard, Parigi 2020, pp. 91-92, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]

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martedì 13 ottobre 2020

Fontgombault - La grande felicità

Nicolas Diat, Le grand bonheur. Vie des moines, Fayard, Parigi 2020, 342 pp., 21.90 €

“Vi invito tutti a leggere Le grand bonheur, che è un prodigio di saggezza, di erudizione, di gioia e di bellezza. Sfogliando le pagine scritte dal mio amico Nicolas Diat, comprendiamo meglio la vita dei monaci benedettini. Un’abbazia è un’oasi, un rifugio. Anche questo libro” (Card. Robert Sarah).

«Venite e vedete Fontgombault. Oh, non succederà nulla di spettacolare. Ma i nostri cuori si riscalderanno. Una piccola grazia misteriosa soffierà. Guarderemo la luce attraversare l’abbaziale, gli alberi del frutteto danzare nel vento, i monaci camminare in lontananza, verso le colline. Le note gregoriane si eleveranno nelle altitudini mistiche. Saremo dei fanciulli soggiogati dalle splendide processioni. Rimarremo silenziosi. E vedremo il bello, il meraviglioso, il dolce sorriso dei monaci».

Con una straordinaria narrazione, lo scrittore Nicolas Diat apre le porte dellabbazia benedettina di Fontgombault, per farci scoprire la vita dei suoi sessantacinque monaci e aiutarci a comprendere il mistero della felicità così dolce che li abita.


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