
Sullo
sfondo delle crociate, nella gloria trionfante della cavalleria, si stagliano
le figure di tre eroi dello spirito, cavalieri di Dio, che diedero vita a uno
dei movimenti più fecondi conosciuti nella storia della Chiesa: il monachesimo
cistercense. San Roberto di Molesme (c. 1028-1111), fedele e ribelle; sant’Alberico
di Cîteaux (?-1108), umile e
radicale; santo Stefano Harding (1059-1134), razionalista e inflessibilmente
leale: sono questi i padri dei “monaci bianchi”, cistercensi e trappisti, che
applicarono in tutto il suo rigore la Regola
di san Benedetto e combatterono la loro battaglia spirituale con l’arma dell’amore,
la corazza della povertà, lo scudo della semplicità e della solitudine. La loro
intensa esperienza spirituale rivive in queste pagine, dove la biografia si
sposa con il romanzo. In uno stile inconfondibile, l’autore – monaco trappista
dell’abbazia statunitense Our
Lady of Gethsemani – offre la possibilità di conoscere le radici di
questo fenomeno e di scoprire il senso e la missione dei monaci “silenziosi”,
che a più di un millennio di distanza, fanno rivivere sotto i nostri occhi l’entusiasmo
e l’impegno dei loro fondatori. “Io chiamerei – scrive l’autore – questo libro
un ‘romanzo agiografico’ o anche un ‘romanzo storico’; ma non accusatemi di
scrivere una storia fittizia quando drammatizzo un fatto. Ciò che è fuori
discussione è che sono fatti quelli che io drammatizzo. Meglio che ho potuto,
ho separato la leggenda dalla storia, prima di collocare i fatti reali in
questo racconto”.