M. Raymond, Tre frati ribelli. Storia e avventura dei fondatori dei monaci bianchi, 2a ed. it., Edizioni San Paolo, Milano 2011, pp. 304.
Sullo
sfondo delle crociate, nella gloria trionfante della cavalleria, si stagliano
le figure di tre eroi dello spirito, cavalieri di Dio, che diedero vita a uno
dei movimenti più fecondi conosciuti nella storia della Chiesa: il monachesimo
cistercense. San Roberto di Molesme (c. 1028-1111), fedele e ribelle; sant’Alberico
di Cîteaux (?-1108), umile e
radicale; santo Stefano Harding (1059-1134), razionalista e inflessibilmente
leale: sono questi i padri dei “monaci bianchi”, cistercensi e trappisti, che
applicarono in tutto il suo rigore la Regola
di san Benedetto e combatterono la loro battaglia spirituale con l’arma dell’amore,
la corazza della povertà, lo scudo della semplicità e della solitudine. La loro
intensa esperienza spirituale rivive in queste pagine, dove la biografia si
sposa con il romanzo. In uno stile inconfondibile, l’autore – monaco trappista
dell’abbazia statunitense Our
Lady of Gethsemani – offre la possibilità di conoscere le radici di
questo fenomeno e di scoprire il senso e la missione dei monaci “silenziosi”,
che a più di un millennio di distanza, fanno rivivere sotto i nostri occhi l’entusiasmo
e l’impegno dei loro fondatori. “Io chiamerei – scrive l’autore – questo libro
un ‘romanzo agiografico’ o anche un ‘romanzo storico’; ma non accusatemi di
scrivere una storia fittizia quando drammatizzo un fatto. Ciò che è fuori
discussione è che sono fatti quelli che io drammatizzo. Meglio che ho potuto,
ho separato la leggenda dalla storia, prima di collocare i fatti reali in
questo racconto”.