Era
da molto tempo che desideravamo ripubblicare il celebre messale quotidiano romano
di Dom Gaspar Lefebvre O.S.B. (1880-1966). Questo messale ha profondamente
segnato la vita della Chiesa dal 1920, data della sua pubblicazione, fino al
Concilio Vaticano II: più di 80 edizioni, centinaia di migliaia di esemplari
venduti in sei lingue (francese, inglese, spagnolo, polacco, italiano, portoghese).
Un autentico monumento spirituale. Ma non è stato possibile. “Perché?”, mi
chiederete. Perché la Provvidenza aveva un’idea per la testa. Il Signore
chiudeva una porta per aprirne un’altra. È stato allora che un fratello ha
esposto l’idea di rifare completamente un messale, il che comportava di
rivedere il testo latino, fare una revisione di tutte le traduzioni, creare
delle notizie, comporre delle immagini, scegliere delle meditazioni… Potete immaginare
la riserva con la quale è stato accolto questo progetto. Ci sarebbero voluti
degli anni! Ce ne sono voluti tre. Serviranno degli specialisti! È stata
sufficiente qualche anima buona che vive semplicemente e fedelmente la liturgia
della Chiesa, oltre a qualche specialista in latino e teologia. È stata
l’occasione di fare un lavoro comunitario: sei monaci, due monache, diversi
laici (essenzialmente per la rilettura).
Il
fine era quello di aiutare i fedeli a entrare più profondamente nella preghiera
liturgica della Chiesa e così a camminare nella via della santità.
Questo messale permetterà ai più coraggiosi di prepararsi alla Messa della domenica
leggendo e meditando brevemente i testi. Nulla quanto una lettura previa aiuta più
grandemente a vivere meglio la Messa. Sono rimasto colpito nel vedere, in un
monastero femminile, le sorelle preparare la festa della Presentazione. Esse
vibravano evocando questa o quella antifona. Ancora meglio: santa Gertrude, nel
secolo XII, ha tratto dal messale tutta la sua sicurissima dottrina e la
sostanza della sua vita mistica, al punto che sta per essere lanciata una
petizione alla Santa Sede per domandare di attribuirle il titolo di Dottore della
Chiesa: dottore liturgico.
La
partecipazione alla Messa e alla liturgia non può essere ridotta a quella di
uno spettatore passivo. È un’azione di Cristo, che come una corrente ci deve
coinvolgere nel cuore e nello spirito. Per meglio dire: prima lo spirito e poi il
cuore, perché se lo spirito e l’intelligenza non partecipano, come vorrete che
il cuore s’infiammi? Ma lo sforzo ne vale la pena, perché là risiedono tutta la
fonte e il vertice della santità. Là risiedono, per l’anima, una luce, una
forza, un nutrimento solidissimo e sicurissimo, garantiti dall’autorità della
Chiesa e come condensati in questo piccolo libro.
Padre
Basile e io abbiamo avuto recentemente la grazia d’incontrare il Papa emerito
Benedetto XVI e Papa Francesco. Abbiamo offerto a tutti e due il nuovo messale di Le Barroux. A Benedetto XVI come uno dei frutti del motu proprio Summorum pontificum. Se n’è dimostrato
felicissimo. E a Papa Francesco, citato otto volte nel messale fra i numerosi
testi spirituali proposti a ogni Messa del ciclo temporale. Gli abbiamo offerto
questo messale come uno dei segni che la forma extraordinaria è ben viva.
Affido
alla Santa Vergine i frutti di questo messale: lei che conservava e meditava
nel suo cuore tutto quello che si diceva di suo Figlio, ci ottenga l’immensa
grazia di contemplare e di entrare nella grande preghiera contemplativa di
Cristo e della sua Sposa, la Chiesa.
[Dom Louis-Marie Geyer d'Orth O.S.B., abate del monastero
Sainte-Madeleine di Le Barroux, editoriale di Les amis du monastère, n. 149, 21
marzo 2014, pp. 1-2, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]