domenica 17 gennaio 2010

Il segreto dei monaci / ultima parte

Risponderò che la Chiesa, sotto l'aspetto umano e temporale che implica la sua duplice natura, può conoscere talune cadute, ma l'istituzione monastica rinasce senza fine dalle sue ceneri, ed è precisamente ai monaci che è affidata la missione di rappresentare la santità della Chiesa, di salvare, nel mezzo dei peggiori compromessi con il mondo, il puro annuncio del Regno che viene. Attraverso ciò il monachesimo raggiunge la sua vera grandezza, perché è semplicemente e d'un solo colpo che esso assume vocazione personale e vocazione ecclesiale: il monaco, nel suo faccia a faccia di una vita eterna già iniziata, guarda Dio.
Ma per vedere Dio occorre morire.
La vocazione monastica comporta un rischio di morte che gli è essenziale. Gli antichi lo assimilavano al sacrificio con il fuoco, quando non rimane nulla della vittima. Con maggiore bonomia un vecchio monaco ci disse, nel giorno dei nostri voti di religione: "Voi firmate in calce a una pagina bianca; in ogni momento, Dio s'incarica di riempirla". Se quel giorno mi fosse stato predetto che dopo avere salvato i sacri impegni della mia professione, mi sarei occupato della salvezza dei giovani ragazzi che mi avrebbero raggiunto, e che l'afflusso dei postulanti mi avrebbe costretto a costruire un grande monastero di tipo medievale, che avrei mandato i miei figli più cari verso le terre lontane del Brasile, e poi che un'altra sfida - lacerante - mi avrebbe obbligato a scegliere di rimanere fedele alla verità cattolica integrale, al costo di una dolorosa relegazione del mio Ordine; avrei avuto il coraggio di firmare? Vi è qui il segreto di Dio e di questo dialogo sottile fra la grazia e la libertà, che è probabilmente la sola avventura importante quaggiù. Ma si attornia di silenzio. E da questo silenzio si eleva un canto, l'unico che ci esprime totalmente: Magnificat!

[Dom Gérard Calvet O.S.B. (1927-2008), Le secret des moines, postfazione a Marc Dem, Dom Gérard et l'aventure monastique, Plon, Parigi 1988, pp. 193-198, ripreso in La vocation monastique, Editions Sainte-Madeleine, Le Barroux 1990, pp. 39-47, e infine in Les amis du monastère, n. 126, giugno 2008, pp. 5-7 (qui pp. 6-7), trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B. - 4 / fine]

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