Cari amici,
L’Anno della Vita Consacrata coincide
con il cinquantesimo anniversario del documento redatto durante il Concilio
Vaticano II, Perfectae Caritatis, sul
rinnovamento della vita religiosa. Il secondo paragrafo descrive una doppia
strategia per questo rinnovamento: 1) un ritorno allo spirito del fondatore e
2) l’adattamento alle mutate condizioni dei tempi. Qui a Norcia prendiamo
questa esortazione in seria considerazione, senza però confondere le due
strategie. Per quanto riguarda la prima, è la Regola di San Benedetto che ci
rivela lo spirito del fondatore. Per venire incontro alla seconda strategia,
utilizziamo il computer ed abbiamo realizzato un bellissimo sito internet (www.osbnorcia.org).
Uno dei vantaggi del vivere nel luogo
natale di San Benedetto e di Santa Scolastica è l’esposizione ad altre fonti,
oltre che a quelle scritte, come l’archeologia e la geografia. La cripta fu
costruita nel primo secolo d.C. e aveva la funzione di una basilica
pre-cristiana, luogo di amministrazione pubblica. Le pietre stesse ci raccontano
la storia. Nella geografia locale invece, troviamo tracce delle vite dei santi.
Per esempio, nella basilica c’è un
dipinto di Santa Scolastica che ha di fianco a sé altri due santi, Eutizio e
Spes. Questi ultimi vissero a circa quindici chilometri da Norcia nella Valle
Castoriana. San Gregorio Magno racconta, nei suoi Dialoghi, di come San Spes
fosse già un monaco anziano e saggio, nel periodo in cui Benedetto e Scolastica
erano bambini. Eutizio e i santi gemelli erano invece coevi. Quindi, mentre
Benedetto e Scolastica crescevano, questa zona era già abitata da molti monaci
e con tutta probabilità San Benedetto ricevette da essi la tradizione
monastica. Anche se è conosciuto come il Patriarca del Monachesimo Occidentale,
non è stato San Benedetto ad inventarlo. Ne ha ricevuto la tradizione, l’ha
interiorizzata e gli ha dato la sua impronta, prima di passarla ai suoi
seguaci. Questa stessa dinamica si applica ai fedeli. Prima di tutto noi
riceviamo la fede dalla Chiesa, dai nostri genitori, quindi non siamo noi ad
inventarla. In seguito dobbiamo farla nostra, interiorizzandola. Infine, il
nostro compito è quello di trasmettere la nostra fede ai nostri figli.
In quest’Anno della Vita Consacrata,
rendiamo grazie al Signore per la tradizione monastica che ci è stata
tramandata. È una sorgente di vita e una guida sicura per vivere il Vangelo. È
una gioia per noi interiorizzare questa tradizione e diffonderla è parte della
nostra missione.
Le “mutate condizioni dei tempi” hanno
avuto un impatto negativo sulla trasmissione della fede ai giorni nostri. La
cultura secolarizzata presenta enormi ostacoli da superare. Noi monaci
affrontiamo queste difficoltà, sapendo che anche voi fate lo stesso; in fin dei
conti, siamo tutti “sulla stessa barca”. Per questo motivo siamo lieti di
tenerci in contatto con i nostri amici sparsi per il mondo. In questo modo
speriamo che la nostra testimonianza rafforzi la vostra fede. Sappiate,
tuttavia, che il vostro buon esempio rafforza anche la nostra.
Con preghiere di gratitudine, in
Domino,
Rev.mo Padre Cassiano Folsom, O.S.B., Priore
[I monaci di Norcia. Notiziario del Monastero di San Benedetto, anno XVI, n. 2, estate 2015, p. 1]