Un Padre Abate benedettino un
giorno mi disse che non si era mai dispiaciuto di un solo capitolo conventuale.
Il solo rammarico che poteva avere a questo proposito era quello di non avere
consultato la sua comunità su una questione importante. Il capitolo conventuale
occupa un posto importante nella Regola benedettina, il secondo dopo l’Abate.
Il terzo capitolo ne definisce lo svolgimento: dopo avere convocato tutti i
fratelli, anche i più giovani, l’Abate espone la questione e ascolta il parere
di tutti. Poi egli delibera e sceglie ciò che reputa più opportuno. Per san
Benedetto è evidente che i fratelli devono potere godere di una grande libertà
d’espressione, libertà di cui si è parlato a torto e a ragione dopo gli
attentati islamisti dello scorso gennaio. Se per san Benedetto la libertà
d’espressione di tutti è importante, vi è che spesso Dio rivela ciò che è
migliore ai più giovani. La libertà d’espressione non è dunque una libertà
assoluta di dire non importa cosa. Essa è determinata dalla nobile capacità
umana di essere la voce di Dio e non deve mai diventare un’occasione offerta al
diavolo di seminare la stupidità e l’odio.
La libertà d’espressione
benedettina è paragonabile a un seme che san Benedetto semina in una buona
terra, ricca di elementi capaci di fare fruttificare in maniera divina.
Il primo di questi elementi è
l’ascolto. Prima di parlare, il monaco deve imparare ad ascoltare. D’altro
canto, è il primo monito della Regola: “Ausculta,
o fili”. Ascolta, figlio mio, i precetti del Maestro e non le tue passioni,
le tue opinioni, i tuoi sentimenti passeggeri. Ascolta la Sapienza con
l’orecchio del tuo cuore e della tua coscienza. Impara a tacere, apprendi a
fare silenzio prima di parlare, perché la parola è preziosa, essa ha per
vocazione di essere un’eco del Verbo che è presso Dio, che è orientato a Dio.
La lectio divina, la meditazione con
il cuore della Scrittura, dei salmi, della preghiera della Chiesa e della
Regola – in una parola la verità insegnata – è la scuola migliore al servizio
della libertà d’espressione. Perché l’uomo non è una divinità, non è che
l’immagine di Dio.
Il secondo elemento è il modo
d’esprimersi. I fratelli sono chiamati a dare il loro parere con totale umiltà
e sottomissione, senza presunzione né sfrontatezza. Ciò che viene da Dio non
tollera infatti la buffoneria, le parole oziose o beffarde e la sistematica
contraddizione. A tal proposito, Dom Gérard diceva in maniera elegante: “Per
lottare contro lo spirito di contraddizione, entrare nel pensiero degli altri
per riconciliarlo con il proprio”. San Benedetto è molto severo con il cattivo
spirito: “Chi si permette un simile contegno, sia sottoposto alle punizioni
previste dalla Regola”. Punizioni esercitate però dall’autorità competente, e
non da chiunque, e senza kalashnikov. In maniera più positiva, i monaci hanno la
grazia immensa di essere alla scuola del canto gregoriano, che esprime delle
verità autentiche, belle e talora terribili, ma con una dolcezza che dà alle
passioni la loro giusta misura. Sembra addirittura che il canto gregoriano, più
ancora della musica classica, renda intelligenti. Anche educati, mentre il
cinismo, per quanto brillante, rende stupidi e malvagi.
Il terzo elemento è il giudizio
finale. San Benedetto ricorda spesso nella Regola che il Padre Abate dovrà
rendere conto di tutte le sue decisioni. Ciò è vero inoltre per ciascuno dei
fratelli per ogni parola. Come il segretario del capitolo annota tutti gli
interventi nel corso dei capitoli, così gli angeli trascrivono ogni parola nel
grande libro del giudizio finale, con tutte le conseguenze prevedibili. Perché
le parole sono come dei fiammiferi, che mediante una piccola fiamma, possono
fare esplodere un incendio d’amore o di scandalo.
Che le nostre comunità e le nostre
famiglie cristiane possano diventare, per la grazia dello Spirito Santo, delle
oasi di vera libertà d’espressione!
[Dom Louis-Marie Geyer d’Orth O.S.B., abate del monastero Sainte-Madeleine di Le Barroux, editoriale di Les amis du monastère, n. 153, 21 marzo 2015, pp. 1-2, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]