Per mostrare la vanità delle chiacchiere e il valore dell'esperienza
Cassiano presenta alcuni esempi: chi non sa nuotare può chiedersi come il suo
corpo possa rimanere a galla. Le lezioni di un maestro di nuoto gli possono
servire, ma più ancora il tuffarsi. Uno può dire che il miele è dolce a chi non
l'ha mai assaggiato. Le parole che raggiungono l'orecchio non possono però
fargli sentire il gusto. Deve assaggiarlo lui. Dopo può conoscere la soavità del
miele.
Succede la stessa cosa per il cammino interiore e per le metamorfosi che
l'accompagnano. Non esiste conoscenza senza esperienza. La scienza spirituale
poggia sull'esperienza. Non può essere comunicata dall'esterno; si può solo
invitare a mettersi in cammino. Un'agenzia di viaggi può tentare di descrivere
la bellezza delle cascate del Niagara o delle cime dell'Himalaia, ma il
viaggiatore dovrà fare il viaggio per scoprirle. Per di più l'uomo interiore non
è un turista, ma un esploratore. Per lui niente sostituisce l'esperienza, anche
perché con questa egli raggiunge una dimensione nuova che deve incontrare
personalmente. L'uomo spirituale non si trova soltanto davanti ai due infiniti
di cui ha parlato Pascal: la sua lucidità gli permette di sapere che, nella
dimensione spirituale, esistono gradi illimitati.
[Marie-Madeleine Davy, L'uomo interiore e le sue
metamorfosi, trad. it., Editrice Ancora, Milano 1995, pp. 130-131]