giovedì 1 ottobre 2009

L’equilibrio in altitudine. Meditazioni sulla Regola / terza parte

«Capisco bene — mi ha detto un giovane, condizionato dal lassismo contemporaneo —, ma che bisogno c’è di una regola come quella di san Benedetto per aprirsi alla luce e all’amore? Quale rapporto intercorre fra queste minuzie e la santa libertà dei figli di Dio? O con il celebre precetto di sant’Agostino “ama e fa ciò che che vuoi”? L’amore, dono gratuito dell’essere infinito la cui misura, ci dice lo stesso santo, è di essere senza misura, esige una disciplina così raffinata nell’umano e nel temporale?».

Ho risposto: confondete la causa e le condizioni. La causa della crescita di una pianta è nel seme; le condizioni risiedono nella natura del suolo, nel sole, nella pioggia e nelle cure del giardiniere. La causa del respiro è nei polmoni; le condizioni risiedono nella qualità dell’atmosfera e nella solidarietà fra i polmoni e le altre parti del corpo. Per esempio, è possibile assimilare la «gabbia» toracica a quella che contiene dei volatili in cattività? E si respirerebbe più liberamente se i polmoni fuggissero da questa prigione?


Ugualmente per l’amore divino e la salvezza dell’anima. L’ascesi è per la libertà dei figli di Dio ciò che il suolo, il clima e il lavoro del giardiniere sono per la pianta. O che lo scheletro è per i polmoni. O ancora ciò che l’esperienza, la prudenza e l’equipaggiamento dell’alpinista sono per il raggiungimento della cima da raggiungere. L’ascensione lo dispensa dell’uso delle corde e dei chiodi? Quanto gli evita la caduta, è un’offesa alla sua libertà?

[Gustave Thibon (1903-2001), L'équilibre dans l'altitude. Méditations sur la Règle, in Itinéraires, n. 246, settembre-ottobre 1980, pp. 71-77 (qui p. 73), trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B. - 3 / segue]