giovedì 8 maggio 2014

Una nuova edizione del messale

Era da molto tempo che desideravamo ripubblicare il celebre messale quotidiano romano di Dom Gaspar Lefebvre O.S.B. (1880-1966). Questo messale ha profondamente segnato la vita della Chiesa dal 1920, data della sua pubblicazione, fino al Concilio Vaticano II: più di 80 edizioni, centinaia di migliaia di esemplari venduti in sei lingue (francese, inglese, spagnolo, polacco, italiano, portoghese). Un autentico monumento spirituale. Ma non è stato possibile. “Perché?”, mi chiederete. Perché la Provvidenza aveva un’idea per la testa. Il Signore chiudeva una porta per aprirne un’altra. È stato allora che un fratello ha esposto l’idea di rifare completamente un messale, il che comportava di rivedere il testo latino, fare una revisione di tutte le traduzioni, creare delle notizie, comporre delle immagini, scegliere delle meditazioni… Potete immaginare la riserva con la quale è stato accolto questo progetto. Ci sarebbero voluti degli anni! Ce ne sono voluti tre. Serviranno degli specialisti! È stata sufficiente qualche anima buona che vive semplicemente e fedelmente la liturgia della Chiesa, oltre a qualche specialista in latino e teologia. È stata l’occasione di fare un lavoro comunitario: sei monaci, due monache, diversi laici (essenzialmente per la rilettura).
Il fine era quello di aiutare i fedeli a entrare più profondamente nella preghiera liturgica della Chiesa e così a camminare nella via della santità.
Questo messale permetterà ai più coraggiosi di prepararsi alla Messa della domenica leggendo e meditando brevemente i testi. Nulla quanto una lettura previa aiuta più grandemente a vivere meglio la Messa. Sono rimasto colpito nel vedere, in un monastero femminile, le sorelle preparare la festa della Presentazione. Esse vibravano evocando questa o quella antifona. Ancora meglio: santa Gertrude, nel secolo XII, ha tratto dal messale tutta la sua sicurissima dottrina e la sostanza della sua vita mistica, al punto che sta per essere lanciata una petizione alla Santa Sede per domandare di attribuirle il titolo di Dottore della Chiesa: dottore liturgico.
La partecipazione alla Messa e alla liturgia non può essere ridotta a quella di uno spettatore passivo. È un’azione di Cristo, che come una corrente ci deve coinvolgere nel cuore e nello spirito. Per meglio dire: prima lo spirito e poi il cuore, perché se lo spirito e l’intelligenza non partecipano, come vorrete che il cuore s’infiammi? Ma lo sforzo ne vale la pena, perché là risiedono tutta la fonte e il vertice della santità. Là risiedono, per l’anima, una luce, una forza, un nutrimento solidissimo e sicurissimo, garantiti dall’autorità della Chiesa e come condensati in questo piccolo libro.
Padre Basile e io abbiamo avuto recentemente la grazia d’incontrare il Papa emerito Benedetto XVI e Papa Francesco. Abbiamo offerto a tutti e due il nuovo messale di Le Barroux. A Benedetto XVI come uno dei frutti del motu proprio Summorum pontificum. Se n’è dimostrato felicissimo. E a Papa Francesco, citato otto volte nel messale fra i numerosi testi spirituali proposti a ogni Messa del ciclo temporale. Gli abbiamo offerto questo messale come uno dei segni che la forma extraordinaria è ben viva.
Affido alla Santa Vergine i frutti di questo messale: lei che conservava e meditava nel suo cuore tutto quello che si diceva di suo Figlio, ci ottenga l’immensa grazia di contemplare e di entrare nella grande preghiera contemplativa di Cristo e della sua Sposa, la Chiesa.
 
[Dom Louis-Marie Geyer d'Orth O.S.B., abate del monastero Sainte-Madeleine di Le Barroux, editoriale di Les amis du monastère, n. 149, 21 marzo 2014, pp. 1-2, trad. it di fr. Romualdo Obl.S.B.]

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