mercoledì 23 dicembre 2009

O Emmanuel, Rex et legifer noster...

La serie settenaria dei giorni che precedono la Vigilia di Natale è celebrata nella Liturgia con il nome di Ferie maggiori. Tutti i giorni, ai Vespri, si canta una grande Antifona che è un grido verso il Messia e nella quale gli si dà ogni giorno uno dei titoli che gli sono attribuiti nella Scrittura. Queste Antifone sono dette “antifone O dell'Avvento”, perché cominciano tutte con l’esclamazione “O”. Riportiamo di seguito la meditazione sull’antifona del 23 dicembre, come proposta dal celebre abate benedettino di Solesmes, dom Prosper Guéranger (1805-1875), nell’opera L’anno liturgico.

O Emmanuel, Rex et legifer noster, exspectatio gentium, et Salvator earum: veni ad salvandum nos Domine Deus noster.
[O Emmanuele, nostro Re e nostro Legislatore, attesa delle genti e loro salvatore, vieni a salvarci, Signore Dio nostro!]

O Emmanuele!, Re di Pace! Tu entri oggi in Gerusalemme, la città da te scelta, perché è là che hai il tuo Tempio. Presto vi avrai la tua Croce e il tuo Sepolcro; e verrà il giorno in cui costituirai presso di essa il tuo terribile tribunale. Ora tu penetri senza rumore e senza splendore in questa città di David e di Salomone. Essa non è che il luogo del tuo passaggio, mentre ti rechi a Betlemme. Tuttavia, Maria tua madre e Giuseppe suo sposo, non l'attraversano senza salire al Tempio per offrire al Signore i loro voti e i loro omaggi; e si compie allora, per la prima volta, l'oracolo del Profeta Aggeo il quale aveva annunciato che la gloria del secondo Tempio sarebbe stata maggiore di quella del primo. Quel Tempio, infatti, si trova in questo momento in possesso di un'Arca dell'Alleanza molto più preziosa di quella di Mosè, e soprattutto non paragonabile a nessun altro santuario e anche al cielo, per la dignità di Colui che essa racchiude. Vi è lo stesso Legislatore, e non più soltanto la tavola di pietra su cui è scritta la Legge. Ma presto l'Arca vivente del Signore discende i gradini del Tempio, e si dispone a partire per Betlemme, dove la chiamano altri oracoli. Noi adoriamo, o Emmanuele!, tutti i tuoi passi attraverso questo mondo, e ammiriamo con quanta fedeltà osservi quanto è stato scritto di te, affinché nulla manchi ai caratteri di cui devi essere dotato, o Messia, per essere riconosciuto dal tuo popolo. Ma ricordati che sta per suonare l'ora, tutto è pronto per la tua Natività, e vieni a salvarci. Vieni, per essere chiamato non più soltanto Emmanuele, ma Gesù, cioè Salvatore.

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venerdì 18 dicembre 2009

San Gregorio Magno e dom Adalbert De Vogüé

Testo fondamentale, per il quale occorre una guida, la principale fonte di cui si dispone per la conoscenza della vita di san Benedetto è il II Libro dei Dialoghi di san Gregorio Magno.
Un grande maestro, quale dom Adalbert de Vogüé O.S.B. – già curatore dell’edizione dei Dialoghi per la collana francese Sources Chrétiennes –, aiuta il lettore anche non specialista ad affrontare questo testo problematico: sia in quanto «fonte unica», sia per l’andamento fortemente agiografico e i conseguenti interrogativi di ordine storico che ne scaturiscono, sia per le caratteristiche interne di stile.
«Confrontare: proprio questa è la risorsa del nostro metodo esplicativo. Il testo di Gregorio, accostato a un altro passo della stessa Vita, o di qualche opera simile, s’illumina mettendolo a confronto. Allora, nella stessa Vita di Benedetto, l’episodio studiato svela il suo significato e la sua funzione propria. Per contrasto, attraverso la Vita di un altro eroe, si vede apparire la fisionomia particolare del nostro santo e la maniera originale della sua biografia» (dalla Prefazione).
De Vogüé invita poi il lettore a non preoccuparsi di discernere tra loro eventi della realtà e prodotti dell'immaginazione umana, ma a porsi di fronte al testo con la domanda giusta, che non è «è vero questo?», ma piuttosto «che cosa vuol dire?». Solo così si potrà giungere a comprenderne il vero messaggio, cioè che Benedetto è davvero conforme all'immagine di santo descritta dalla Bibbia e dall'agiografia.
Dom Adalbert De Vogüé (1924) è monaco benedettino nell’abbazia Sainte-Marie de la Pierre-qui-Vire (Francia), dove dal 1974 vive in eremitaggio. Massimo studioso della Regula Magistri e della Regula Benedicti, ha dedicato la sua ricerca agli autori, alla dottrina e alle istituzioni dei primi secoli del monachesimo cristiano. Per molti anni è stato professore di teologia monastica presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo (Roma). Tra le sue opere in italiano: La Regola di S. Benedetto. Commento dottrinale e spirituale, Abbazia di Praglia 1988; Il monachesimo prima di S. Benedetto, Abbazia S. Benedetto di Seregno 1999; S. Benedetto uomo di Dio, Cinisello Balsamo 1999; Sguardi sul monachesimo, Bologna 2006.
Gregorio Magno, Vita di san Benedetto, Commentata da Adalbert De Vogüé, EDB, Bologna 2009, 224 pp.

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mercoledì 16 dicembre 2009

Una proposta di preghiera

La Madre Abbadessa Sr. M. Tarcisia Pezzoli O.S.B. e la Comunità benedettina del Monastero San Benedetto di Bergamo, propongono un’iniziativa orante alla quale non ci vogliamo sottrarre e cui aderiamo di tutto cuore, riproponendola a nostra volta nella versione che ci è stata gentilmente inoltrata.

Per il 28 dicembre prossimo, festa liturgica dei SS. Innocenti martiri, vorremmo riproporre, più a largo raggio, un’iniziativa di preghiera a chi avverte con particolare acutezza la difficile situazione dell’infanzia a livello globale, nella consapevolezza che solo valorizzando la preziosità e le risorse rappresentate dai bambini, la nostra società può nutrire una effettiva speranza per un futuro migliore. Quel giorno offriamo la nostra preghiera quotidiana, i nostri sacrifici, le nostre sofferenze per tutti i bambini in difficoltà. Qualcuno questo già lo faceva. Uniamo le nostre forze. Con molta semplicità. Perché il Signore illumini chi ha il dovere e i mezzi per intervenire in situazioni tanto delicate e complesse. Come Comunità monastica non abbiamo che “l’arma” della preghiera, espressione autentica e profonda della nostra “maternità” spirituale, una maternità secondo lo spirito, che sta accanto e sostiene nel silenzio, che condivide e aiuta attraverso la preghiera.
La cronaca del mondo mette sotto gli occhi, ogni giorno, notizie terrificanti che riguardano i bambini. I numeri sono così alti che il volto del bambino offeso scompare nella moltitudine anonima della strage. La strage degli innocenti continua, forme antiche e nuove di sopraffazione e violenza costellano le giornate, sono sotto i nostri occhi. E fa’ soprattutto soffrire quando vi sono coinvolti uomini e donne di Chiesa che così tradiscono la loro alta missione. Pregare per i bambini può forse aiutarci, tutti noi adulti, a capire anche come operare perché le bambine e i bambini possano essere “pienamente bambini”. Il Vangelo ha parole durissime per chi fa del male ai piccoli, ai tempi di Gesù neppure conteggiati nella popolazione perché appunto “non contavano”. Anche oggi troppo spesso i bambini non contano per se stessi, ma solo come mezzo di espressione e affermazione del potere e delle aspettative degli adulti. Ancora il Vangelo dice chiaro che bambini e Regno sono collegati: per la loro totale disponibilità all’oggi, alla vita, per la loro istintiva sete di giustizia e libertà. Così incredibilmente forti, capaci, simpatici. E così tristemente sfruttati, in così tanti modi. Condividiamo l’idea di un giorno di preghiera dedicato a ogni bambino, perché ogni bimbo possa avere dagli adulti ciò che gli spetta: le cose materiali per vivere, la scuola per crescere, l’amore, il rispetto, la tranquillità per fiorire e avere gioia. Come Gesù, che fu lasciato crescere in età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
Saremo liete di sapere che altri accolgano questa umile proposta. Fatecelo sapere e passate parola perché in tanti possano aderire.
Augurando a tutti un Santo Natale e un Anno fecondo di grazia nel Dio che si fa’ Bambino per noi.

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